I più buoni lo chiamano «Lada dei cieli», un modo per dire che il suo grado di affidabilità è davvero basso, proprio come le auto russe. I più maligni lo etichettano come «bara volante». Numeri alla mano il Tupolev Tu-154 – lo stesso modello di jet precipitato il giorno di Natale sul Mar Nero uccidendo 93 persone – è uno dei velivoli con le statistiche peggiori al mondo. Ruote che si staccano in volo, sistema elettrico che si spegne sopra l’Artico, fusoliera che si spezza durante un fuoripista, motori che esplodono ancora prima di raggiungere la pista di decollo, finestrini della cabina di pilotaggio che si rompono (in almeno due occasioni). I database internazionali dell’aviazione sono pieni di episodi del genere. Tutti riguardano proprio il Tupolev Tu-154.
Le statistiche
Su 1.026 modelli realizzati oggi ne volano una cinquantina. Due battono bandiera nordcoreana e sono utilizzati per i collegamenti tra Pyongyang e Pechino per conto della compagnia Air Koryo, classificata come la peggiore del mondo. Consultando gli archivi del Flight Safety Foundation dal 1973 a oggi l’aereo trimotore ha avuto 110 incidenti. Di questi 69 – pari al 63% – hanno causato la distruzione totale del jet. In totale, considerando anche le vittime del 25 dicembre 2016, hanno perso la vita almeno 3.100 persone (comprese le 13 di una trentina di attacchi terroristici), 560 nell’ultimo decennio. Un’ecatombe.
Il confronto
Per fare un confronto. Se il 6,7% dei Tupolev Tu-154 costruiti è andato in frantumi – tra incidenti, terrorismo, altri fattori –, presi tutti i Boeing 737 fatti decollare dal 1966 a oggi (9.295) è risultato distrutto il 2%. Dato che crolla a 0,5% se si considerano i modelli A318-319-320-321 dell’europea Airbus (7.345 aeromobili realizzati dal 1986). Con un’autonomia che può arrivare a circa 4.000 chilometri – poco meno di un Boeing 737 – il Tupolev Tu-154 riesce a raggiungere una velocità massima di 850 chilometri orari e può trasportare tra 155 e 180 passeggeri (a seconda della configurazione interna).
Il caso Sukhoi
L’incidente cade negli stessi giorni in cui Mosca deve risolvere un altro, grande, grattacapo: un'usura eccessiva sui nuovi Sukhoi Superjet 100, aereo di linea regionale italo-russo. L’autorità per l’aviazione russa ha infatti chiesto un’«ispezione dettagliata» dei velivoli a tutte le compagnie che li utilizzano. Il controllo su un modello del vettore IrAero ha mostrato crepe evidenti sulla coda. Crepe che, fanno notare gli esperti, di solito sono visibili su aerei che volano da almeno vent’anni. Martedì 27 dicembre l’azienda ha annunciato di aver completato le ispezioni sulla flotta di velivoli Sukhoi Superjet 100: «Le macchine che hanno superato positivamente l’ispezione hanno ripreso le attività di volo», ha comunicato la società.